VELE FACCIO VEDERE


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Presentazione

Chi sono

Benvenuti, mi presento e grazie per l’attenzione,

sono nato a Napoli, sul mare, nel 1944 ed ivi ho vissuto, sino al 1983 quando, dopo aver rifiutato trasferimenti a Milano Bologna, Modena, Roma e Treviso, ho accettato di trasferirmi con la famiglia a Torino – precisamente a Giaveno – dove tutt’ora abito.
La mia passione per il mare è stata sempre grande. Ricordo che ancora piccolo, circa 10 anni, scendevo da casa, in via S. Brigida, e con il costume da bagno indosso mi recavo sugli scogli di via Nazario Sauro; quei massi erano proprio di fronte al palazzo della Marina Militare; queso da aprile/maggio fino a settembre inoltrato.
Per ragioni che non sto qui a raccontare ho incominciato a lavorare prestissimo, ma la passione per il mare non è mai stata sopita, anzi. A 14 anni mi sono iscritto alla
Lega Navale ed ho imparato a veleggiare, gareggiando sia nella classe “Finn” che in quella “IOR” passando da una barca all’altra, non avendone una propria. Dopo qualche hanno, e per circa 4 anni, ho fatto l’istruttore di vela per adulti. Non me la cavavo male.
Il modellismo mi ha attratto agli inizi degli anni 60, con un mio cugino, costruivamo aerei. Erano del tipo:
alianti, a molla e telecomandati Spillo, Squirrel, Vertical, Hornet, Spitfire - sono alcuni dei modelli costruiti -; ricordo ancora il dolore alle dita per il contraccolpo dell'elica per metterli in moto e la testa che girava per seguire il volo in tondo. Il radiocomando già esisteva ma, per noi, era carissimo.
Un giorno, anzi una notte, mentre timonavo nel canale di Procida con un tempo infame, mi sono chiesto come facevano i vecchi marinai a governare navi con più di 20 vele.
La risposta arrivò da alcuni amici modellisti, iscritti anche loro alla
L.N.I., che più volte mi avevano sollecitato a partecipare alla loro sezione modellistica; cosa che avvenne alla fine degli anni 70. I loro nomi (Improta ing Pasquale, Carmine Troise e Renato La Manna) sono tuttora presenti nelle pubblicazioni dell'epoca (Modellistica e Navi e Modelli di Navi)ed ad essi va, da parte mia, un particolare ringraziamento per avermi coinvolto in questo splendido hobby.
Da qui nasce la passione del modellismo navale statico, che ormai pratico da oltre 40 anni.
Da velista (ormai vecchio), la passione è stata esclusivamente rivolta alle navi a vela, rifiutando categoricamente tutte quelle che hanno o avevano qualsiasi motorizzazione. Con una sola eccezione:
l’Orinoque, che troverete nella sezione “i miei lavori” nella quale spiego anche il perché.
Ho sempre costruito i modelli partendo dai piani costruttivi (nella sezione
documentazione troverete l’elenco dei disegni che posseggo), realizzando tutti i particolari; nei casi in cui ho utilizzato scatole di montaggio (non molto apprezzate), nelle note riferite al modello, spiego cosa ho utilizzato come e perché. Di solito alcuni pezzi e gli accessori.
Sin dalla fine anni ’80 ho avuto l’idea di realizzare un mio sito dove esprimere la mia opinione, mostrare i miei lavori e dialogare con altri “
colleghi” modellisti, ma per varie ragioni ho sempre rimandato, almeno sino ad oggi. Sin da allora avevo deciso di chiamarlo “velefacciovedere” , scherzando con i colleghi d'ufficio ed i collaboratori, che mi prendevano in giro per gioco di parole proposto (ve le faccio vedere e vele, faccio vedere).
Nella sezione
“perché il modellismo” approfondirò l’argomento precisando le mie idee sull’argomento, le motivazioni e gli obiettivi che mi prefiggo.
Per ora Vi ringrazio per la pazienza avuta sin qui e augurandomi, che proseguirete nella lettura, che darete un contributo allo sviluppo del modellismo, che esprimerete la vostra opinione, Vi auguro
Buon Lavoro.


Giaveno, Marzo 2012

NOTA IMPORTATE
Una caratteristica dei miei modelli è quella che quasi tutti sono "affondati" nel plexiglas. Ho praticato sulla lastra un foro uguale alla linea di galleggiamento. Questo perché, a mio parere, noi tutti siamo abituati a vedere le navi in mare e quindi vediamo, delle stesse, solo la parte emersa (
opera morta) mentre quella sottostante non la vediamo (opera viva). Nel mio caso basta abbassarsi e la parte sommersa è li, si vede.


SITO AGGIORNATO AL 09.10.2015

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