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SAMBUCO
Modello completamente autocostruito scala 1:50


Imbarcazione tipica delle acque circostanti la penisola Arabica, viene utilizzato sia per la pesca, che per il trasporto lungo la rotta che dall’Africa orientale porta alla penisola indiana e viceversa; sfrutta i venti che imperversano nella zona (monsoni), sono venti costanti che in un certo periodo dell’anno vanno dall’Africa all’India per poi invertire la direzione spirando in senso opposto. Tali venti permettono alle imbarcazioni di veleggiare quasi sempre con il vento in poppa o al traverso.
I sambuchi hanno caratteristiche simili alle navi portoghesi che nel XV (Vasco de Gama 1498) secolo hanno circumnavigato l’Africa sino alle coste dell’Asia. Sono state utilizzate, sino al secolo scorso, per attività di contrabbando e tratta degli schiavi destinati ai mercati orientali.
Per reprimere tali azioni, durante l’occupazione coloniale, la
Regia Marina Militare Italiana utilizzò, incorporandoli nel proprio organico, i sambuchi (Antilope, Camoscio, Cervo, Daino, Gazella, Zebra) erano armati con pezzi da 75 e 37 mm. con un equipaggio di circa 20 uomini, marinai indigeni ed ufficiali italiani. Furono le ultime navi da guerra esclusivamente a vela.

Caratteristiche tecniche
Lunghezza varia da 16 a 25 metri, ruota di prua lunga, la corta chiglia e pescaggio minimo lo rendono particolarmente manovrabile con venti variabili anche nei bassi fondali, atti a superare i banchi di sabbia presenti nella zona.
Con mare grosso si aumenta l’altezza dell’imbarcazione con l’aggiunta di tavole (circa 50 cm) che si inforcano su montanti mobili posti sul capodibanda.
Ampie vele latine (o meglio al quarto) (153 mq la maestra e 34 mq l’artimone) su alberi a calcese con l’utilizzo di tangoni (aste buttafuori) che, date le dimensioni, le portano molto fuori bordo.

Una rara immagine del sambuco "Camoscio" della Reale Marina Militare Italina ancorato in una baia.

SITO AGGIORNATO AL 09.10.2015

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